TITOLO: Stampa Corvi nella neve

Xilografia policroma a 20 colori, anno del drago 1988

Tirature: 4 con colori e carte diverse

Tecniche impiegate in uso nel periodo EDO in Giappone:

Nishiki-E

Dipinti broccato, termine con il quale si prese ad indicare le xilografie policrome diffusesi a partire dal 1765 (incisioni su legno di pero o di ciliegio).

Bokashi

Stampa a colori sfumati

Gindei

Impiego di polvere d’argento per dare rilievo a particolari finemente ricavati nella stampa.

Gin-Sunago

Scaglie e polvere d’argento cosparso sulla superficie al fine di ottenere effetti di luminosità su particolari cliché in modo da ricavare stampe perfettamente simili.

Karazuri

Stampa con parti realizzate con la sola pressione, senza colore, per ottenere il rilievo ed effetti tridimensionali.

Kimekomi

Stampa con effetto inverso del “karazuri” e con effetto di incisione, avvallamento.

Kirazuri

Stampa a mica consistente nell’applicare particelle di polvere di perla e mica al fine di ottenere effetto argentato e brillante. Per la stampa dell’oro e argento.

Sabi-Bori

Metodo di incisione per ottenere nella stampa della calligrafia Giapponese l’effetto del pennello.

Legno: Le incisioni per i contorni e per i cliché sono state eseguite su legno di ciliegio (Sakura)

Carta: Carta pregiata Giapponese

Misura della stampa: cm 16 x cm 35

Sigilli in cinabro cinese

 

Traduzione versi, dell’haiku scritto da Norio, insegnante giapponese abitante a Genova:

Sulla montagna la neve

un canto di uccelli

solo

si espande

 

Yukiyamani

tada tori nocoe

shi mi wataru

Firma: Sigillo in basso a destra RI-GU Ligustro, sigillo in basso a sinistra Anno del drago.

 


Da appunti di Ligustro presenti nella sala LIGUSTRO presso la Biblioteca Civica Lagorio Imperia

 

 NOTE:

 

Nella mitologia giapponese il corvo, è considerato un messaggero della dea del Sole Amaterasu, compare in antichi documenti giapponesi come il Kojiki, in cui si narra anche che abbia combattuto e ucciso una bestia intenzionata a divorare il Sole, e che sia altresì il protettore del primo imperatore nipponico Jimmu Tosei avendolo aiutato a fuggire da un bosco circondato da un esercito ostile.

In molte occasioni, nell'arte giapponese questa creatura viene rappresentata con tre zampe, sebbene nel Kojiki non venga mai affermato che lo Yatagarasu (corvo imperiale o un corvo indiano) ne abbia più di due. Oggi, la versione a tre zampe dello Yatagarasu è utilizzata come simbolo della federazione calcistica del Giappone.

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Matsuo Basho – Haiku

Anche i corvi

sono belli

nel mattino di neve.

Su un ramo spoglio

si posa un corvo

nel crepuscolo d’autunno.

 

La neve e noi due

soli a vederla:

quest’anno pure

tornerà a fioccare?

I versi che abbiamo appena letti ci fanno ben vedere come la stagione, presente nell'haiku con il termine stagionale (kigo) d'obbligo, non sia affatto un elemento esterno, decorativo, bensì in profonda sintonia con quanto il poeta vuole esprimere. Bashō stesso ci spiega nell'antologia «Sanzōshi», compilata dall'allievo Dōhō nel 1702-1704, quali sono i criteri per dar vita a un haiku:

 

«Comporre un haiku vuol dire esprimere con parole la luce in cui le cose o il mondo vi appaiono. Questo va fatto prima che quella luce si spenga nella nostra mente e nel vostro cuore.

Nel creare un haiku, vi sono poemi che si fanno da soli, altri invece richiedono di esser plasmati. Se vi concentrate su quel che prova la vostra sensibilità interna ponendola in armonia con le cose esterne, l'essenza del vostro spirito, allora, diverrà haiku. Se invece non terrete in nessun conto la vostra sensibilità interiore, l'haiku non nascerà. Potrete solo produrre versi frutto della vostra costruzione mentale».

 

Sono parole che fanno davvero riflettere. In effetti, componimenti che non vengono plasmati da una «costruzione mentale», come auspicava Bashō, sono tutti — haiku del periodo classico o a noi contemporanei — componimenti singolarmente aperti a più letture, in quanto secondo l'haijin (poeta di haiku) Nakamura Kusatao, un buon haiku vive di un «mondo doppio» (nijusei no sekai) ove altre immagini, in più rispetto a quelle offerte dalla prima lettura dei versi, si sovrappongono grazie alla sensibilità e alla cultura di quel secondo autore che è il lettore…….

A coloro che volevano dedicarsi alla poesia raccomandava quattro cose: Wa, la pace, l'armonia con tutti gli esseri, animati e inanimati; Kei, il rispetto profondo; Sei, il corpo e lo spirito liberi dal desiderio di possesso; Jaku, la tranquillità e il distacco affettivo dalle creature per un'indispensabile calma interiore. A partire da questa ascesi si può giungere ad uno stato di estasi che solo la contemplazione della vera bellezza può suscitare. E' a quel punto che lo haiku scaturisce.

…Bellezza sobria e calma…

Bashō visse in epoca Tokugawa, era un viaggiatore e imprimeva sulla carta le sensazioni che lo avevano coinvolto durante i suoi vagabondaggi.

Il ruolo centrale spetta alla natura, insieme alle sensazioni che essa trasmette all’animo.

Anche i corvi

come son belli

nel mattino di neve!

 

La prima neve!

appena da piegare

le foglie dell’asfodelo

 

Ah! nel mattino di neve

anche i cavalli

attirano gli occhi

Su un ramo spoglio

ai posa un corvo

crepuscolo d’autunno

 

Amico, accendi il fuoco

ti mostrerò una cosa

graziosa, una palla di neve

 

Verrà quest’anno

la neve

che insieme a te contemplai?