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TITOLO: Stampa Pesci L'Aragosta e Oneglia (oggi Imperia)

Xilografia policroma a 113 colori, anno 1997

Tirature: 4 con colori e carte diverse

Tecniche impiegate in uso nel periodo EDO in Giappone:

Nishiki-E

Dipinti broccato, termine con il quale si prese ad indicare le xilografie policrome diffusesi a partire dal 1765 (incisioni su legno di pero o di ciliegio).

Bokashi

Stampa a colori sfumati

Kindei

Colore dato da polvere d’oro per coprire minime parti della superficie della stampa con motivi decorativi.

Kinpaku

Impiego di foglia d’oro al fine di ricoprire superfici anche estese sulla stampa.

Urushi-E

Parti coperte con lacca per renderle lucide e brillanti

 

NOTA BENE: Faccio presente che anche le molte olive che si vedono sono state, ad una ad una, laccate con l’antica tecnica dell’ Urushi-E giapponese.

Legno: Le incisioni per i contorni e per i cliché sono state eseguite su legno di ciliegio (Sakura)

Carta: Carta pregiata Giapponese

Misura della stampa: cm 71 x cm 52

Firma : Firma in basso a destra LIGUSTRO

 

 

 

NOTA:

 

Ise-ebi (aragosta, Palinurus vulgaris)

Aragoste e gamberi sono simboli di longevità (il nome ebi può essere scritto con due ideogrammi che, letteralmente, significano “vecchio del mare”). Alle persone si augura che la loro schiena possa curvarsi, sotto il peso degli anni, come il dorso di un’aragosta.


Da appunti di Ligustro presenti nella sala LIGUSTRO presso la Biblioteca Civica Lagorio Imperia. Intervista a Ligustro per una pubblicazione.

 

In questa stampa molto particolare ho voluto rappresentare il complesso mondo del commercio oleario, anche attraverso il logo dell’aragosta che richiama la storica ditta Isnardi di Imperia, la quale ha proprio il disegno di questo crostaceo sulle etichette delle bottiglie di olio, e con l’occasione ho voluto presentare un lavoro per la molitura delle olive: nell’angolo sinistro si vede una mola per le olive, c’è un grande albero d’ulivo e il tutto è posizionato sul porto di Imperia, con il suo faro utilizzato dalla moltitudine di barche che allora erano continue per l’intenso commercio oleario; il grezzo arrivava da molti luoghi nel bacino del Mediterraneo, ad Imperia veniva lavorato con l’aggiunta di una percentuale del nostro olio e in seguito veniva riesportato.

 

La costruzione in fondo sulla destra rappresenta la casa dell’ulivo: ho voluto raffigurare tante forme emblematiche che nell’insieme danno l’idea di quello che fosse l’importante commercio dell’olio in quegli anni (dal 1910 al 1960), prima che il commercio iniziasse a diminuire.

 

Oggi abbiamo “l’olio extra vergine di oliva”, ma un tempo si chiamava “lampante” (da lampada) perché la maggior parte dell’olio della Liguria andava alla flotta inglese e francese per l’illuminazione sulle navi.

 

Questo è stato un periodo molto florido per Oneglia (oggi Imperia) e si stima che i commercianti fossero circa 600, mentre oggi non rimane nulla. Io, che ho lavorato per anni in questo settore, conosco ancora bene tutte le fasi della lavorazione, della raffinazione, le tecniche e i sistemi.

 

Questa stampa ha delle caratteristiche molto particolari, nell’insieme, come ad esempio le diverse tonalità dei verdi dell’albero di oliva e come le diverse pietre per la ruota utilizzata nei frantoi (ho mantenuto il colore originale che combacia benissimo con il colore dell’aragosta, con il verde dell’olivo e l’azzurro del mare).

 

NOTA BENE: Faccio presente che anche le molte olive che si vedono nella stampa sono state laccate, una ad una, con l’antica tecnica dell’Urushi-E giapponese.

 

 

 

Ligustro

 

F.B.

 

Imperia 1997