COSI' LA CULTURA NON SI FERMA

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Martedì 8  Novembre  2022 ore 12  presso la Storica Libreria Bocca dal 1775, ritorna una

“Giornata in Giappone” rubrica a cura di Stefano Giglio.  

Sarà presentato il libro: “LA SINGOLARITA’ GIAPPONE” di Renato Frabasile con Xilografie di Ligustro, pubblicato dalla Casa editrice indipendente Peacock.     

Ospiti l’autore del libro e Francesco Berio figlio di Ligustro.  

In occasione dell’evento verrà esposto un volume inedito, dal titolo “ il classico dei tre caratteri” 1068 ideogrammi che Ligustro ha realizzato per la storica Libreria Bocca dal 1775 .

Evento patrocinato dal Consolato Generale del Giappone a Milano e Fondazione Italia Giappone.

in allegato invito e scheda libro 

Grazie per l’attenzione e un cordialissimo saluto

Francesco Berio

a nome degli eredi di Giovanni Berio in arte Ligustro

 

https://www.lafeltrinelli.it/singolarita-giappone-ediz-illustrata-libro-renato-frabasile/e/9788894696530?queryId=3ec8c8d78d71566ea70856e0cc96d6a6

 

La via per comprendere il Giappone non è economica e materiale, ma culturale e spirituale.

Come altrimenti spiegare la convivenza nella vita quotidiana di antiche tradizioni con le tecnologie più avanzate, che tanto stupisce il visitatore occidentale? Se guardiamo su scala planetaria l’evoluzione compiuta dal genere umano i percorsi compiuti in Occidente e in Giappone ci appaiono come cammini diversi lungo le opposte sponde di un fiume le cui acque fluiscono da un’unica sorgente per sfociare nel medesimo mare. Occorre cercare guadi e ponti da attraversare per incontrarci. Questo libro raccoglie, in un periodo d’isolamento, una corrispondenza immaginaria tra l’autore e una donna giapponese dell’antichità. Vi sono raccontati fatti storici e pensieri filosofici in una comparazione, a tratti sentimentale e nostalgica, tra le due culture occidentale e giapponese con l’intento di riconoscere le comuni origini e di ritrovare la natura che noi abbiamo dimenticato. L’autore invita a porci di fronte al Giappone come ad uno specchio che ci restituisce l’immagine distorta dalla nostra cultura universalistica ed etnocentrica, suggerendoci di oltrepassare le differenze, i luoghi comuni e pensare sulle comuni origini. Come la Luna nasconde l’altra sua faccia così il Giappone cela la propria essenza nei segni, nella lingua e in tradizioni millenarie, una cultura che gravita su un’orbita singolare tra Oriente e Occidente. Da qui il fascino del Paese del Sol Levante, da qui l’occasione per l’Occidente di superare il proprio tramonto.

All’interno xilografie di Giovanni Berio, in arte "Ligustro" noto in Giappone come l'ultimo incisore del Periodo Edo “Un Geniale stampatore di Ukiyo-e di Genova è la reincarnazione di Hokusai.” (Imperia 1924 - 2015).

Molte sue opere sono esposte al Museo d’Arte Orientale Chiossone di Genova, dove detiene una delle più importanti collezioni di arte orientale in Europa.

Ligustro inoltre ha inciso 1068 ideogrammi per la realizzazione di un volume inedito dal titolo “il classico dei tre caratteri” per la Storica Libreria Bocca dal 1775.

 

Renato Frabasile è nato a Milano nel 1948, ove risiede. Laureato in scienze biologiche è stato insegnante, preside e dirigente nella pubblica amministrazione. Ha pubblicato con Morellini Editore Berlino: una guida sentimentale, 2016 e Sulle tracce di Federico II. Itinerari in Italia alla riscoperta dello Stupor Mundi, 2018; con Amazon L’astuzia del robot. Come pensare l’intelligenza artificiale, 2020. É ideatore e amministratore del sito laculturavivente.it

 

 

Apertura della sala dedicata al Maestro Ligustro

presso la Biblioteca Civica Leonardo Lagorio di Imperia

 

Piazza Edmondo De Amicis, 7 - Imperia

 

In data 9 maggio 2015 si è svolta, presso la sala convegni della Biblioteca Civica Leonardo Lagorio di Imperia, con il patrocinio della Fondazione Italia Giappone e della Fondazione Mario Novaro, l’apertura della sala dedicata al Maestro Giovanni Berio in arte LIGUSTRO quale traguardo successivo dopo l’importante donazione (legni incisi, corrispondenza, calligrafie giapponesi, libri ed opere d’arte personali e di altri autori, l'archivio completo di una vita artistica) del Maestro alla Città di Imperia. La sala è fruibile pubblicamente, come punto di riferimento di eccellenza, per consultare tutto il materiale donato per approfondimenti personali ed eventi divulgativi.

 

 

Opening of the room dedicated to Ligustro

at the public library Leonardo Lagorio – Imperia (Italy)

 

Piazza Edmondo De Amicis, 7 - Imperia

 

On 9th May 2015, at the public library Leonardo Lagorio of the city of Imperia, with the sponsorship of the Italy Japan Foundation and Foundation Mario Novaro, took place the opening of the room dedicated to the master Giovanni Berio, alias LIGUSTRO as a goal following the important donation (crafted woods, correspondence, Japanese calligraphies, books and artworks, a complete archive of an entire life dedicated to art) of Ligustro to the city of Imperia. The room is usable from the community, as a point of excellence, to consult all the donated material for personal in-depth analysis and follow up meetings.

 

 

COSI' LA CULTURA NON SI FERMA

 

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TITOLO: Stampe EX LIBRIS in OMAGGIO al Salone del libro

di Torino 1989 VARIE VARIANTI

 

 

In diverse occasioni Ligustro, con le sue stampe, i surimono, gli e-goyomi, i mitate, gli ex libris, gli haiku e con il kaimei (cambio di nome) ha contribuito a rafforzare i legami tra Italia e Giappone.

 

Xilografia policroma, Anno 1989

Tirature: 4 con colori e carte diverse

Tecniche impiegate in uso nel periodo EDO in Giappone:

Nishiki-E Dipinti broccato, termine con il quale si prese ad indicare le xilografie policrome diffusesi a partire dal 1765 (incisioni su legno di pero o di ciliegio).

Bokashi Stampa a colori sfumati

Karazuri Stampa con parti realizzate con la sola pressione, senza colore, per ottenere il rilievo ed effetti tridimensionali.

Kimekomi Stampa con effetto inverso del “karazuri” e con effetto di incisione, avvallamento.

Kindei Colore dato da polvere d’oro per coprire minime parti della superficie della stampa con motivi decorativi.

Kinpaku Impiego di foglia d’oro al fine di ricoprire superfici anche estese sulla stampa.

Kirazuri Stampa a mica consistente nell’applicare particelle di polvere di perla e mica al fine di ottenere effetto argentato e brillante. Per la stampa dell’oro e argento.

Legno: Le incisioni per i contorni e per i cliché sono state eseguite su legno di ciliegio (Sakura)

Carta: Carta pregiata Giapponese

Misura della stampa: cm 31 x cm 46 EX LIBRIS cm 12 x cm 13,5

Sigilli in cinabro cinese

Nota di Ligustro:

Grazie al Salone del libro di Torino

COSI’ LA CULTURA NON SI FERMA

Firma : LIGUSTRO

Ligustro dal suo amato Giappone, racchiuso nel piccolo studio di Imperia Oneglia, ha lasciato straordinarie idee da intuire e fantastiche opere da ammirare.

In diverse occasioni Ligustro, con le sue stampe, i surimono, gli e-goyomi, i mitate, gli ex libris, gli haiku e con il kaimei (cambio di nome) ha contribuito a rafforzare i legami tra Italia e Giappone.

In tutte le preziose opere, si possono notare i principali temi della produzione artistica del Maestro Ligustro quali la profondità, la luce, la bellezza femminile, la vita, la felicità, l'amicizia, la famiglia e la sua armonia, l'educazione, la cultura, la natura ed un mondo migliore.

Apertura della sala dedicata al Maestro Ligustro
presso la Biblioteca Civica Leonardo Lagorio di Imperia
Piazza Edmondo De Amicis, 7 - Imperia


In data 9 maggio 2015 si è svolta, presso la sala convegni della Biblioteca Civica Leonardo Lagorio di Imperia, con il patrocinio della Fondazione Italia Giappone e della Fondazione Mario Novaro, l’apertura della sala dedicata al Maestro Giovanni Berio in arte LIGUSTRO quale traguardo successivo dopo l’importante donazione (legni incisi, corrispondenza, calligrafie giapponesi, libri ed opere d’arte personali e di altri autori, l'archivio completo di una vita artistica) del Maestro alla Città di Imperia. La sala è fruibile pubblicamente, come punto di riferimento di eccellenza, per consultare tutto il materiale donato per approfondimenti personali ed eventi divulgativi.

Nato ad Imperia nel 1924, Ligustro si dedica dal 1986 esclusivamente allo studio della xilografia policroma giapponese e delle sue tecniche Nishiki-e in uso nel Periodo Edo (1603-1868) realizzandone la stampa a mano sulle preziose carte prodotte in Giappone ancora con antichi metodi artigianali e utilizzando molteplici colori. Questi ultimi si ottengono mediante la composizione di diverse polveri e foglie di argento e di oro, polveri di perle di fiume, frammenti micacei, conchiglie di ostriche macinate (in giapponese gofun), terre colorate ed altri procedimenti da lui inventati. È conosciuto e stimato in tutto il mondo, in particolare da studiosi giapponesi, inglesi ed italiani.

[…] Le stampe di Ligustro sono un mondo poetico dove la Musa suona l’arpa. Osservatene la grazia immediata; non sarò il solo che si inebri di questa pura bellezza. Prendendo a prestito un’espressione degli antichi cinesi, queste xilografie sono luoghi ameni di un paese incantato, simposio a base di nettare ineffabilmente limpido. Diverse per concezione dalle xilografie giapponesi, esse gettano un novello bagliore sulla moderna incisione e sono nel contempo il prodotto di un mirabile poeta […] Prof. Fukuda Kazuhiko

[…] Nessuna riproduzione può ”rendere giustizia” all’originale, sia per la brillantezza metallica della patina di oro e argento, sia per la superficie trattata con lacca e mica o per la stampa cieca usata per ottenere effetti di rilievo. […] Sempre nelle opere di Ligustro c‘è questo tipo di inaspettata poesia espressa in incisioni su legno con colori di incredibile raffinatezza. Esse sono uniche tra le opere grafiche moderne. […] Il mondo adesso è malato, e ci serve qualcosa di luminoso e speranzoso, come le sue stampe. […] Numerosi sono stati gli artisti occidentali che hanno tentato di realizzare stampe a colori usando i blocchi di legno incisi: per esempio Henry Riviere e John Platt, ma nessuno ha raggiunto la maestria di Ligustro, sia nella padronanza della complessità tecnica di incisione che in quella della stampa. Jack Hillier

Opening of the room dedicated to Ligustro
at the public library Leonardo Lagorio – Imperia (Italy)
Piazza Edmondo De Amicis, 7 – Imperia

On 9th May 2015, at the public library Leonardo Lagorio of the city of Imperia, with the sponsorship of the Italy Japan Foundation and Foundation Mario Novaro, took place the opening of the room dedicated to the master Giovanni Berio, alias LIGUSTRO as a goal following the important donation (crafted woods, correspondence, Japanese calligraphies, books and artworks, a complete archive of an entire life dedicated to art) of Ligustro to the city of Imperia. The room is usable from the community, as a point of excellence, to consult all the donated material for personal in-depth analysis and follow up meetings.

Giovanni Berio, who works under the pseudonym of Ligustro, was born in Imperia (Italy) in 1924. Since 1986 he has dedicated himself exclusively to the study of Japanese coloured woodblock printing and the Nishiki-e techniques in use during the Edo period (1603-1868), creating hand-prints on highly prized paper produced in Japan using traditional craft methods. Ligustro Nishiki-e technique consists in having, for each print, many woods that will be printed one by one. For this reason, there could be some print with the same drawing but with different colours. Those colors are obtained thanks to the mix of different powders and leaves of silver and gold, powder of pearls, fragments of mica, grinded oyster shells (in Japanese gofun), colored ground and other methods that he created. He is known and appreciated all over the world, especially by Japanese, English and Italian experts.

[…]Ligustro’s prints create an artistic world where the muse plays the harp. Look at their immediate grace; I will not be alone in becoming drunk on this pure beauty. If I may borrow a saying from the ancient Chinese, these engravings are pleasant places in an enchanted country, meeting places ineffably distilled. Fundamentally different to the Japanese woodcuts, they throw new light on modern engraving and at the same time the product of marvellous poetry. […] Prof. Fukuda Kazuhiko

[…]No colour reproduction can do justice to the original, either in the brilliance of the metallic gold and silver overlays or the blind printing that is used for embossing. […]Always, in his prints, there is this kind of unexpected poetry, expressed in colour woodblocks of incredible accomplishment. There are unique among modern graphics. […] The world is now bad, and we need something bright and hopeful, like your prints. […]There have been numbers of western artists who have attempted to make woodblocks colour-prints – Henry Rivière and John Platt for instance – but none has approached Ligustro’s mastery of the complexities of cutting and printing techniques Jack Hillier

COSI' LA CULTURA NON SI FERMA

 

 

TITOLO: Stampa EX LIBRIS Gabriele D’Annunzio variante 1

Xilografia policroma a 5 colori, anno 1988

Tirature: 10 con colori e carte diverse

Tecniche impiegate in uso nel periodo EDO in Giappone:

Nishiki-E

Dipinti broccato, termine con il quale si prese ad indicare le xilografie policrome diffusesi a partire dal 1765 (incisioni su legno di pero o di ciliegio).

Bokashi

Stampa a colori sfumati

Gindei

Impiego di polvere d’argento per dare rilievo a particolari finemente ricavati nella stampa.

Karazuri

Stampa con parti realizzate con la sola pressione, senza colore, per ottenere il rilievo ed effetti tridimensionali.

Kimekomi

Stampa con effetto inverso del “karazuri” e con effetto di incisione, avallamento.

Kirazuri

Stampa a mica consistente nell’applicare particelle di polvere di perla e mica al fine di ottenere effetto argentato e brillante. Per la stampa dell’oro e argento.

Sabi-Bori

Metodo di incisione per ottenere nella stampa della calligrafia Giapponese l’effetto del pennello.

Legno: Le incisioni per i contorni e per i cliché sono state eseguite su legno di ciliegio (Sakura)

Carta: Carta pregiata Giapponese

Misura della stampa: cm 31 x cm 46         EX LIBRIS cm 11 x cm 11

Sigilli in cinabro cinese

Nota di Ligustro:    EX LIBRIS PER 50° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI D’ANNUNZIO INSERITO NEL CATALOGO A Pag. 75

 

LIBRO CON PIUMA PER SCRIVERE

 

EX LIBRIS CITTA’ DI PESCARA 1988

 

BANDIERA ITALIANA (SFONDO)

FUOCO, MELOGRANI, CALCO DELLA MANO ESEGUITO DA UNO SCULTORE MENTRE D’ANNUNZIO STAVA MORENDO, VERSI GIAPPONESI DEL POETA, TRADUZIONE: LIBRO: SULLE ORME DELL’IPPOGRIFO, PER DOCUMENTAZIONE VEDERE SU RIVISTA EROICA DI COZZANI

Firma : Sigillo LIGUSTRO


NOTE PER EX LIBRIS GABRIELE D’ANNUNZIO

Scrittori italiani raccontano il Sol Levante

Il conterraneo Jenco tra i divulgatori della poesia giapponese.

di Salvatore Delli Paoli

Mentre si apre a Tokio (sabato 21 aprile) il convegno “Scrittori italiani raccontano il Sol Levante”, promosso dal premio Grinzane Cavour, nell’ambito delle manifestazioni “Italia in Giappone 2001”, non è fuor di luogo ricordare che Napoli ha il merito di aver fatto conoscere, tra le prime città europee, la poesia giapponese in Occidente, attuando, nei primi anni del Novecento, un ideale collegamento con le seduzioni dell’arte orientale del paese del Sol Levante, grazie all’opera di quel grande diffusore della cultura giapponese in Italia che fu Haruchici Shimoi, che trovò entusiastiche adesioni alla sua opera nel gruppo di scrittori raccolti intorno alla rivista “La Diana”, di cui era l’anima Gherardo Marone. Shimoi era impegnato in quegli anni a cavallo della prima guerra mondiale nel lavoro di traduttore in giapponese di Dante. Docente di Iamatologia presso l’ Istituto Universitario Orientale di Napoli, Shimoi aveva conosciuto Gabriele D'Annunzio durante la prima guerra mondiale, alla quale aveva partecipato in qualità di corrispondente di guerra; aveva successivamente seguito il “comandante” nella marcia su Fiume e addirittura dal poeta, che aveva progettato di partecipare al famoso raid Roma-Tokio, era stato nominato caporale d'onore della sua guardia del corpo personale, durante un banchetto svoltosi a Fiume, nel corso del quale il D'Annunzio pronunziò un brindisi in onore di Shimoi che era un inno alla resurrezione asiatica. A Fiume Shimoi, secondo quanto ha scritto recentemente Indro Montanelli, tracciando un formidabile ritratto di questo giapponese che nella Tokio dell’immediato secondo dopoguerra gli parla in napoletano e chiede notizia di Napoli e dell’Italia, veniva impiegato anche come corriere da D’Annunzio dei suoi messaggi indirizzati a Mussolini. A Napoli Shimoi, “nel 1916, fervendo in pieno l’avanguardismo post-vociano della “Diana”, scoprì su quella rivista, a un gruppo di giovani studiosi, le trasparenti meraviglie della poesia giapponese”. A scrivere questo appassionato ricordo è Elpidio Jenco, allora giovane poeta collaboratore della “Diana” di Marone, che conobbe molto bene Shimoi, insieme al quale, di lì a poco, darà vita alla rivista “Sakurà”, che, dopo la chiusura della “Diana”, nel 1917, continuò, sia pure per un breve tempo, a far conoscere la poesia giapponese, soprattutto quella popolare. Ma fu dunque “La Diana” a rivelare in Italia, in maniera corposa, la pressoché sconosciuta lirica giapponese. Anzi le scoperte della “Diana” furono le prime tentate in lingua europea dei poeti del Myojo, raffinatissimi cesellatori dei tanka, la forma breve della versificazione lirica popolare giapponese, che nel giro di appena trentuno sillabe concludeva l’immagine lirica. La quale contribuì non poco ad alimentare quel gusto del frammento lirico e della poesia "pura", verso cui alcuni componenti del composito gruppo di intellettuali dianisti si sentiva naturalmente portato e Jenco con loro: non a caso, dopo la pubblicazione, avvenuta anch’essa a Napoli, delle poesie giapponesi, tradotte da Haruchici Shimoi e Gherardo Marone (Poesie giapponesi di Akiko Yosano, Suikei Maeta, Tekkan Yosano, Nobutsuna Sasaki, Isamu Yoshii, Napoli, Riccardo Ricciardi Editore, 1917), è Jenco stesso che, in veste di traduttore e di interprete, fa conoscere al pubblico il “Sei ga ha” (Onde del mare azzurro) di Yosano Akiko e il “Temba no michi ni” (Sulle orme dell'Ippogrifo) di Tsuchii Bansui, insieme ad altre composizioni dell'antica poesia giapponese apparse sulla rivista Sakurà, “la fresca rassegna di cultura italo-giapponese di interesse europeo, di cui ho l'orgoglio di essere stato, a designazione di Shimoi, il redattore-capo, durante il suo periodo più attivo”, come scrive lo stesso Jenco, a distanza di anni. Quella di Shimoi a Napoli fu dunque una presenza davvero importante, purtroppo ancora poco nota, soprattutto per il lavoro da lui svolto, insieme a Jenco e ad altri, sulle pagine di “Sakurà”, che non fu affatto un bazar orientale di trite curiosità esotiche, ma che, come scrive Jenco, in un tardo ricordo del 1932, “ci aprì la strada a gioie inattese, a scoperte di volti fraterni, a comprensioni di spiriti che avevamo creduto distanti”, una rivista di cui “tracce ed echi e riflessi si trovano, volere o non volere, in certi atteggiamenti della nostra lirica più viva”.

(Testo ripreso dal “Corriere del Mezzogiorno” del 18.4.2001,pag.13)

Bansui TSUCHII (RINKICHI),

Su le orme dell’ippogrifo (Temba no Michi ni),

Traduzione dì H. Shimoi e E. Jenco, con una prefazione di Harukichi Shimoi,

Collana dei rami fioriti di ‘Sakurà’

Napoli, 1920, pp. 53

Passi di un poema in 23 canti, 2100 versi, per Gabriele d’Annunzio,Tokyo, 1920.

Articolo da L’Eroica N. 235/37 Marzo/Maggio 1938

D'ANNUNZIO E UN'ODE GIAPPONESE

I rapporti dei popoli si stabiliscono con le correnti culturali prima ancora che con gli accordi diplomatici. Giuseppe De Lorenzo nelle sue varie opere ci ha fatto conoscere l'essenza della civiltà giapponese. Egli è stato pure un ambasciatore dello spirito italiano in Estremo Oriente. Ogni messaggio, quando penetra nell'anima di colui al quale è diretto, suscita una risposta; il Giappone, che nel nostro paese ha sentito alcun che di simile a sé, ha inviato all'Italia l'espressione della sua simpatia con un canto sgorgato dall'anima di Tsuchii Bansui, uno dei suoi poeti più illustri. L'ode non è di oggi, ma è fresca e vigorosa. Fu scritta nel 1920 per il volo che Gabriele D'Annunzio progettava di fare tra l'Italia e Tokio. D'Annunzio viveva nell'epopea di Fiume e non partecipò all'impresa che fu compiuta da Arturo Ferrarin. L'ode di Tsuchii Bansui fu tradotta da Elpidio Ienco e da Harukiki Shimoi in Sakura, una rassegna che era una fiaccola e che il pubblico spense perché ama di restare al buio. E' intitolata Temba no michi ni che vuol dire Sulle orme dell'Ippogrifo. Si compone di quattrocento sessantaquattro versi; essa sembra un canto di artefice insigne, direi di Pindaro. I nostri aneliti di popolo, predestinato a non essere secondo a nessun altro, sono espressi con una commozione tanto profonda da restar stupefatti nel sentirli risuonare nel cuore di un poeta di razza diversa. Ciò forse prova che l'universalità di quanto è eroico, romano o italiano, ha un fascino particolare ed abbraccia tutte le stirpi.

Sulle orme dell'Ippogrifo comincia con due versi nei quali son contenute le gloria e l'immagine di D'Annunzio, come nella gola di colui che canta c'è l'armonia della musica che esprime:

Sopra la verde fronda del tuo lauro

barlumano le lame delle spade

Il poeta vede colui che sta per spiccare il volo eroico; non è un uomo qualunque chi fenderà i cieli, non ha il peso della carne, ma è la gloria che s'innalza, aria dentro l'aria, canto dentro canto, volontà attiva che si proietta al di là d'ogni vincolo, sopra ogni ostacolo. Era stabilito che dieci apparecchi partecipassero alla trasvolata dall'occidente all'oriente. Tsuchii Bansui non ha bisogno di sentire il rombo delle eliche per seguire la rotta della squadriglia che domina i vertici della terra; egli scorge il volto del comandante, che deve percorrere dodicimila miglia di spazio, fisso alla meta..

Sei tu che vuoi sulle tue dieci ardenti,

cicogne dare l'alalà latino

alle nebbie dell'ultimo Oriente

pontato, in un supremo impeto a volo?

L'aria che sarà attraversata è come

lo sterminato mare senza fondo

che ha le calme del gorgo cilestrino.

Essa talvolta ha le furie dell'urlo degli eroi. Ma ciò non è impedimento a colui che osa. La conquista dell'aria trova nel poeta giapponese accenti di commozione come quelli che palpitano in Vincenzo Monti quando celebra i fratelli Montgolfier. Il mito, la nostalgia, la scienza del volo sono già arrivati a darci le macchine

...che sfiondan rapide, leggere,

nell'aria, come fan le rondinelle.

Ma fra quanti sono riusciti a sollevarsi da terra, chi per primo compierà il volo sui cieli intentati del Pacifico? Quell'eroe sarà un italiano.

Aroma della terra,

lume che irraggia il Mondo con chiarore

novo, si desta la virtù latina.

Vien dal paese dove nacque Polo;

donde, nei tempi ormai remoti, Polo,

migrò verso i misteri d'oriente

velati d'ansiose fantasie;

andò, fissato all'oriente, verso

il sol che nasce superando gialli

deserti, dietro l'ala peregrina

d'uccelli che sorvolano sul vento

versicolore. Viene dal paese

donde Colombo, fibra di buon ferro,

col cuore pieno di barbagli d'oro

delle terre sognate, si affacciò

sulla sfinge del Mare dei tramonti

che lava il sole nei suoi gorghi, a sera.

Il poeta accoglie nella sua coscienza gli sviluppi del nostro divenire, ne sente il fremito ed il vigore; la nostra civiltà è nei suoi sensi come aroma della terra, come luce, come palpito di umanità. Il canto che è profondo, che ha frugato nel nostro essere, che vi si è sommerso, inarca le ali, sale fino alla visione della nostra Patria, trova espressioni che non perdono bellezza anche se confrontate con quelle dei nostri grandi:

Italia ! Italia ! Imperatrice augusta

del mondo, in prima; e poi rivelatrice

sovrana dello spirito del mondo!

Patria dei Creatori, insuperato

fiore latino dai colori eterni,

che hai profumato per millenni il mondo,

come potresti un giorno inaridire?

Tre volte è ripetuta la parola mondo. Il poeta ci rende la visione d’una forza misteriosa, che sale dai gorghi del tempo e dello spazio; essa diventa creatura umana, popolo eletto che invade la terra con la sua volontà, poi l'illumina e quindi la governa con la potenza dell'arte, della legge e della poesia. Ma la gloria d'Italia non è un ricordo storico, è nella vita attuale, è nella universalità del suo genio vivo, che sempre si rinnovella e va più oltre. Colui che volerà, sopra l'ultimo oriente è

la Poesia d'Italia fatta carne

E' un condottiero di un

popolo di sforzo,

fertile in opre e in impeti

Questo popolo ha la caratteristica di lasciare orme di luce nelle sue salite. Ciò costituisce l’essenza della sua personalità. Il poeta rivive la magnanimità del volo su Vienna che si compì senza strage.

Su l'ali delle tue fide cicogne

non folgoravi le città nemiche

di mortifere punte. Ma cadere

lasciavi sui mortali spauriti

la gloria austera delle tue parole,

- sol che si sfalda nei meriggi estivi –

la volontà del tuo certo trionfo.

Più oltre è cantato l'eroico gesto di D'Annunzio, che con un pugno di prodi, uno contro tutti, rivendica Fiume alla patria. Nell'ode giapponese risplende l'atto del comandante, che si ribella al governo, ai nemici esterni americani e inglesi che per bocca di Clemenceau dissero: Fiume c'est la lune.

Fiume fu un sole.

La tua parola risonò, sublime

ricostruttrice della Patria sparsa,

vindice dei Diritti e delle stirpi

sui bari di Versaglia e i concussori

Lo spirito nazionale incarnato in D'Annunzio, che sentiva urgere in sé il pensiero e l'azione, varca ancora una volta l'iniquo confine.

.....balenò la tua parola

come il ferro d'un velite di Roma,

sugli unti pieghi dei bancarottieri.

[lo non m'inchino che alla poesia umana!]

E con un alalà di guerra

precipitasti su la sacra Fiume.

Tsuchii Bansui precorre col desiderio la transvolata eroica verso l'Oriente. Vola anche lui perché i poeti sono anch'essi della famiglia delle aquile. Sotto si distendono il mare, le montagne, i deserti, le città, i fiumi, l'oceano. Ecco un paesaggio cinese:

Sopra un'esile striscia di marina

sottilissimo pende un fil di luna.

Erran, su l'acque in estasi, tristezze

solitarie di flauti boscherecci.

Poi passa il vento in ululo sui dorsi

dei pastori, che cantan pel deserto.

E' un quadro dove non solo le figure vivono con le loro immagini, ma in ciascuna di esse risuona l'armonia della voce detta o pensata.

Non so perché questi mandriani che vanno nelle steppe sconfinate, mentre nel cielo si diffonde il chiarore tenue ed evanescente del novilunio, ricordino il nomade pastore leopardiano; qua come là è l'uomo che si rifugia nel fascino misterioso del canto, che è la voce d'ogni più alta evasione.

L'ode chiude con un congedo dove c'è un vaticinio di cui possiamo intendere il valore soltanto oggi, perché l'umanità è come San Tommaso: ha bisogno della prova dei fatti per riconoscere la potenza profetica dello spirito.

E sarai tu, re degli spazi eterni,

o Poesia d'Italia fatta carne,

a pregare nel nono arco del cielo

ai più distanti popoli la vita.

Tsuchii Bansui colse la peculiarità del vigore del pensiero italico. Oggi i popoli, dopo diciassette anni da quando l'ode fu scritta, se vogliono esistere nella sfera della bellezza e dell'armonia, devono accogliere la filosofia che Roma diffonde.

C'è un momento in cui lo spirito creatore è contro tutto e contro tutti; a questo periodo di rivolta ideale succede l'altro in cui non c'è vita fuori o contro di lui.

BLASCO DELLA CATTOLICA

 

 

MIA NOTA informativa che ho inserito nell’inserimento del testo: Doi Bansui 1871-1952, a volte indicato come Tsuchii Bansui proveniente da una famiglia borghese di Sendai, Doi si laureò in letteratura inglese all’Università Imperiale di T-ky-.

Estratto articolo apparso sul sito Cultor       http://www.cultor.org/ligustro/l.html

 

Storia e Tecnica dell'Arte

Ligustro fa rivivere in Italia
le magie di Hokusai

 

Un artista italiano è salito agli onori della cronaca internazionale realizzando stampe con le antiche tecniche giapponesi. Lavori che hanno stupito ed interessato anche gli esigenti critici ed esperti nipponici.
A rendere ancor più affascinanti queste opere è la storia di questo artista: un perito chimico settantenne, specializzato nella produzione dell'olio, privo d'interesse per l'arte e di talento per la pittura, dopo essere stato colpito da un infarto, sulla soglia della morte compie un'esperienza straordinaria e, una volta guarito, scopre di possedere un inusitato talento artistico.
Protagonista di questa vicenda è Giovanni Ligustro Berio, ora novantenne, vi proponiamo la sua storia così come è stata raccontata dall'autorevole rivista giapponese "Marco".


Appresa la singolare notizia mi recai nella studio di Ligustro, situato nella zona portuale di Imperia.
A prima vista pare una bottega di un falegname o di un calzolaio. Nello studio, che non misurava piu di una decina di metri quadri, erano accumulate alte pile di materiali e di opere, di tavolette incise e di carte giapponesi, a tal punto che quasi mancava lo spazio per muoversi. In questa sorta di tana Ligustro si dedica aIle sue creazioni dal mattino alIa sera, per quattordici ore al giorno.

"Come puo constatare ora dispongo di una montagna di libri e di materiale di documentazione, rna quando iniziai a sentire un irrefrenabile desiderio di dipingere non avevo neppure un libro d'arte. Avevo tuttavia l'impressione che "qualcuno" guidasse la mia mano.
Sentivo che "qualcuno" dentro me stava usandomi come uno strumento.
Dopo il risveglio dallo stato comatoso in cui ero precipitato a causa della paralisi cardiaca, presi in mano la penna e disegnai una figura dopo l'altra, con estrema facilità e rapidità, quasi fossi stato un autentico artista. Medici, familiari e amici guardavano stupiti. Ma il piu sbalordito ero io. Fino a quel momento non avevo mai pensato all'arte. Ero persino alieno alle visite ai musei e alle chiese, che reputavo un inutile sperpero di tempo.
A causa della guerra non ero riuscito a completare gli studi e nei cinquant'anni intercorsi fino al giorno dell'infarto mi ero dedicato soltanto al lavoro. Viaggiavo senza sosta in tutta la nazione per svolgere la mia attivita di perito chimico nel campo della produzione dell'olio di oliva.

Come è noto, strade e piazze d'Italia sono ricche di opere d'arte meravigliose. Ma avendo la possibilità di ammirarle non ne apprezzai mai neppure una.
Quando tornai dal confine tra il mondo terreno e quello ultraterreno sorse in me un improvviso interesse per l'arte. Ero come un albero colpito da un fulmine. Fu un impulso: provai un senso di vertigine, tutto poi apparve nuovo e meraviglioso, la mia vita cambiò completamente. Chi guidava la mia mano?
In quel momento azzardai diverse supposizioni. Ora, a distanza di tempo, presumo di sapere chi sia.
Strani eventi accaddero in seguito, numerose volte".

Osservo Ligustro mentre parla con fervore e con un'espressione di radiosa felicità: somiglia straordinariamente a Hokusai. Lunghi capelli candidi. Pupille scure, sguardo sereno.
Racconta le sue numerose esperienze cercando di evitare qualsiasi esagerazione.
Esperienze che potrebbero essere definite paranormali.
Strani episodi che ebbero inizio nell'attimo in cui fu colpito dall'infarto.

"Anche allora ero seduto qui. D'un tratto sudai - un sudore freddo - e sentii che ogni forza mi abbandonava. Dissi a un mio dipendente: "Chiama un medico sto male" e caddi a terra. Proprio in quell'istante entrò un medico. Era un vecchio arnico che veniva di tanto in tanto a trovarmi. Arrivava proprio al momento giusto.
Se non fosse sopraggiunto non sarei sopravvissuto. Un semplice caso? E' possibile. Ma la mia seconda vita e una continua successione di casi simili".


"Mi risvegliai dopo quattro giorni. Non sarebbe esatto dire che "tornai cosciente". Clinicamente ero stato in agonia. Eppure non avevo mai perso la coscienza di ciò che accadeva intorno a me. Quei quattro giorni di "stato comatoso" furono un paradiso per me. Una sensazione di gioia, una purissima felicità mai provata fino ad allora, che mai piu proverò. Indefinibile. Un senso di appagamento. Come quello di un neonato che sorride senza motivo apparente. Avrei persino voluto che i medici mi lasciassero tranquillo, senza piu applicarmi flebo e tubicini, di cui ero cosciente."

Grazie alle intense cure mediche Ligustro si salvò. Ma a tornare in questo mondo fu un Ligustro differente dall'uomo di un tempo. Più che "guarito" era "rinato". Oltretutto come grande artista.
II "rinato" Ligustro si dedicò anima e corpo all'arte, come un invasato.

Prese anche lezioni di pittura ma l'istruttore fu stupito dall'eccezionale talento rivelato dai suoi primi esercizi. Sebbene nessuno l'avesse ancora istruito maneggiava i colori e li sfumava come un provetto artista, abituato a dipingere da lunghi anni.

"Ero intensamente attratto dal fascino dei colori" ricorda con profonda emozione Ligustro.
"Desideravo perfezionare la mia capacità di disegnare, feci dunque incetta di libri e li lessi avidamente.
Mi rimanevano impresse nella mente tutte le illustrazioni a potevo riprodurle a memoria disegnandole con estrema facilità. Avevo l'impressione di ritrovare qualcosa che conoscevo bene. In realtà quando durante l'atto di creazione artistica mi sorgeva un dubbio, più che a "cercare" andavo a "prendere" il libro da consultare. Senza domandare a nessuno sapevo subito dove trovare il libro desiderato. Vedevo in quale città, in quale libreria, persino su quale mensola fosse collocato. Talvolta ordinavo un libro con una telefonata o una lettera a una libreria lontana e mi veniva risposto con rammarico : "l'abbiamo cercato per ore ma non è nè in negozio nè in deposito". Ma io lo vedevo e insistevo: "Guardate là, c'è, vero?" E il mio libro era veramente nel luogo che avevo indicato. Accadeva anche nelle librerie in cui non mi ero mai recato. Come se qualcuno mi avesse guidato"



Un giorno passando davanti a un negozio che vendeva colori e pennelli notai una sorta di tubo di bambù.
Un oggetto mai veduto prima. Ignoravo a che cosa servisse, ma non seppi resistere alIa tentazione di acquistarlo. Ne comprai tre o quattro. Il commesso mi spiegò che era una penna di bambù per tracciare disegni. "Bene, allora proverò anch'io." dissi; il commesso replicò: "Guardi che è difficile da usare anche chi conosce bene questo tipo di materiale e possiede una tecnica notevole. Dubito che un dilettante possa servirsene."

Tornato al mio studio immersi la punta della penna nell'inchiostro e subito la mano mi si mosse e senza alcuna esitazione riempii decine di fogli con disegni di crisantemi, gatti, galli .. , boschetti di bambu. I soggetti più caratteristici della pittura orientale. Li avevo tracciati con straordinaria bravura che mi lusingava e mi stupiva."

La penna di bambù rivelò a Ligustro quale fosse la sua missione artistica: l'arte giapponese. L'interesse per l'arte giapponese lo indusse a iniziare uno studio approfondito. Qualsiasi libro sfogliasse o leggesse aveva l'impressione di avere già visto e conosciuto tutto. In breve tempo apprese numerose tecniche decifrandone i segreti. Poteva distinguere duecento ottanta tipi di carta giapponese fabbricata a mano.

Per questo ho sottoposto al suo esame decine di tipi di carte giapponesi che ha osservato, sfiorandole con le dita, quindi, senza alcuna esitazione, ne ha individuato i nomi: "Questa e una minotengujo, è usata per avvolgere i kimono da riporre, quella è una tosuki, quest'altra è una suminagashi"
Ligustro non parla il giapponese. Ma cita con incredibile facilità e con precisione termini tecnici concernenti l'arte giapponese, nomi di luoghi e di persone. Ostici persino ad un giapponese. Inoltre mostra una profonda conoscenza della storia, dell'arte, della letteratura del Giappone e ne disserta con prodigioso talento. Come abbia potuto acquisire un tale patrimonio culturale in un tempo cosi sorprendentemente breve? Autodidatta. Senza aver mai, prima di allora, studiato letteratura, storia o arte.

"Sono stato un bulldozer" confida ridendo Ligustro notando lo stupore per l'impressionante quantità di prove d'autore e di opere. "Per quanto ardui fossero i problemi tecnici in cui mi imbattevo, il giorno seguente riuscivo a risolverli con estrema facilità. Riuscivo persino a fabbricare da solo carte giapponesi che esigevano complessi procedimenti. Divoravo libri uno dopo l'altro studiando arte, storia, zen. Era quasi una febbre.
Più progredivo e più mi sentivo affascinato dall'arte giapponese.

Non ne capivo la ragione. Accadde allora un fatto strano. Un parente di mia moglie ebbe fra le mani una preziosa rivista "The Studio" e me la passò. Era stata stampata a Londra mezzo secolo fa e conteneva un inserto speciale sulle stampe. Fu un nuovo colpo di fulmine. Dipingere su una tavoletta, incidere, stampare. Avevo trovato. Sapevo ormai esattamente che cosa stessi inconsciamente cercando."

Ligustro si dedicò anima e corpo, con tutta la sua creatività, alla xilografia. Incise centinaia di tavolette.
Di bosso, di noce, di melo, di ciliegio. Si fabbricò scalpelli triangolari e sgorbie simili a quelli usati dagli antichi artisti giapponesi.
Ligustro intuiva che era Hokusai a guidarlo e l'aveva eletto a maestro.
Decise di seguire le orme del grande artista vissuto nel diciannovesimo secolo.
Incominciò a familiarizzarsi con l'uso di preziosi fogli d'oro e di lapislazzuli, mescolati con lacca.

"Già, la lacca un'altra inspiegabile, strana esperienza. Sapevo che gli antichi artisti giapponesi diluivano i colori con un liquido speciale, introvabile in occidente. Compresi infine che era lacca. Purtroppo è un albero che non cresce in Europa. Sarebbe stato impossibile raggiungere senza il suo ausilio il livello dei maestri giapponesi. Accadde un mattino. Ero seduto qui e mi arrovellavo nel tentativo di trovare un surrogato della lacca. Entra un conoscente, un marinaio che veniva dal porto: "Ehi, Giovanni! So che sei un esperto di chimica. Aiutaci. Abbiamo in porto una nave giapponese con nel carico uno strano materiale bianco. Alla dogana non capiscono che cosa sia." Alle parole del marinaio mi sentii il cuore in gola. Intuivo quale fosse il materiale bianco.
Mi precipitai al porto e constatai che si trattava proprio di lacca. Una grossa quantità. E si ignorava a chi fosse destinata! Espletai le pratiche doganali e dopo aver pagato trasportai la lacca in un magazzino. Uso ancora quella lacca per le mie creazioni. Una lacca approdata in un porto che su molte carte non è neppure segnato, lontano dal Giappone. Anche questo è un semplice caso?"

Ormai nessuno avrebbe potuto fermarlo. Nascevano una dopo l'altra incisioni a colori, e tutte erano capolavori. Tecniche e stili ormai dimenticati in Giappone, il Paese di Hokusai, rivivevano all'improvviso in Italia, lontano nello spazio e nel tempo.

Ligustro conosce nei minimi particolari la vita e le opere di Hokusai.
Quando ne parla non si limita a dissertarne, pare che per bocca sua sia Hokusai stesso a raccontare. La espressione del suo volto e quella del famoso artista, sebbene Ligustro sia incontestabilmente italiano le sue fattezze assumono sorprendenti tratti orientali.

"La vita di Hokusai fu densa di vicissitudini, muta nome e stile artistico cinquantaquattro volte, cambia abitazione novantadue volte. Le sembra strano che io reputi il mio corpo la sua novantatreesima casa? Nelle mie stampe i colori sono piu intensi e complessi di quelli di Hokusai. Forse questo è il suo cinquantacinquesimo stile pittorico. E Ligustro non sarà il suo cinquantacinquesimo nome? Anche Hokusai fu colpito da un infarto a sessant'anni. Si curò con una ricetta tradizionale. Agrumi sminuzzati con un coltello
di legno, bolliti con sake in un recipiente di terracotta; una bevanda che sorseggio numerose volte durante quarantotto ore."

Ligustro parla con entusiasmo. Quasi ricordasse episodi della vita di un parente.
"Mi chiedono anche di tenere conferenze. Mi presento senza aver preparato alcun discorso e parlo. Ho l'impressione che bocca e mani si muovano indipendentemente dalla mia volontà. Ignoro l'argomento che sto per affrontare. Ma iniziato il discorso narro storie molto interessanti, soggetti che neppure uno specialista saprebbe trattare. Non sono un retaggio delle mie letture. E' come se scaturissero dal mio intimo. Strano.

Non imito Hokusai. I miei colori sono mediterranei, piu caldi dei suoi.
Potrei naturalmente cimentarmi con facilità nell'imitazione delle tecniche dei pittori giapponesi. Potrei creare stampe con 10 stili di Sharaku che neppure uno specialista distinguerebbe.
Ma che senso avrebbe?
Potresti riprodurle in serie e venderle - mi dicono.
Ma io non ho alcuna intenzione di vendere le mie opere.

Ma come giudicano gli esperti questo artista così misterioso?
Una rivista d'arte italiana dedica a Ligustro un articolo e lo definisce "autore dei più stupendi surimono e nishiki-e d'Europa, profondo conoscitore di tecniche d'incisione dimenticate persino nel paese d'origine, il Giappone."




II critico d'arte Kazuhiko Fukuda visitò lo studio di Ligustro nel giugno del 1991: " Avevo l'impressione di aprire un piccolo, misterioso contenitore di bambù, in cui filtravano i luminosi raggi del sole mediterraneo e i colori di fantastiche stampe cantavano e danzavano. Ori, argenti, rossi, azzurri, verdi si mescolavano mirabilmente." Stupito dall'alto livello raggiunto dall'arte italiana aggiunse: " Grazie alla mano di Ligustro un nuovo spirito anima le stampe, che varcano ormai i confini della terra d'origine.
Le incisioni di Ligustro creano un mondo di poesia. Ove le Muse suonano l'arpa. Non sono certamente il solo ad inebriarmi di una così pura bellezza."

Nello stesso modo anche Jack Hillier, esperto d'arte giapponese presso la casa d'aste Sotheby's di Londra, e prodigo di lodi: "II suo genio si manifesta soprattutto nell'alto livello raggiunto nella tecnica d'incisione. L'abilità con cui applica la carta da stampare emula il talento degli artisti giapponesi dal milleseicento al milleottocento."

II professor Calza, studioso di storia dell'arte e docente all'Università di Venezia invia a Ligustro i propri allievi, affinché insegni loro i segreti della tecnica del nishiki-e.

Un giorno, camminando per strada, Ligustro notò un vecchio giornale. Vide la fotografia di Lindsay Kemp con indosso un kimono di scena. Ne fu attratto e ne riprodusse l'immagine in un'incisione. Un'opera meravigliosa. Passò di mano in mano fino a Kemp, il quale, affascinato dalla creatività di Ligustro appese nella propria camera quel ritratto, con a lato una poesia che gli aveva dedicato Ligustro.
Versi che mi paiono adatti a rappresentare Ligustro:
"Sei un fantasma?
Un sospiro?
Una stella caduta dal cielo? Uno spirito vagante?
Esisti come fiore?
o sei un poeta che danza? Una nuvola che corre?


Giovanni Ligustro Berio, uno strano, affascinante poeta e pittore. Chi sarà realmente?

 

 

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Estratto articolo apparso sul sito Cultor       http://www.cultor.org/ligustro/l.html

 

Storia e Tecnica dell'Arte

Ligustro fa rivivere in Italia
le magie di Hokusai

 

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